Emilio Barbarani
“La via dei topi”
Sulle tracce dei nazisti in Argentina
Ianieri Edizioni
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Perché molti chiedono al nuovo Console d’Italia, appena giunto a Buenos Aires, se per caso conosce un misterioso personaggio che si fa chiamare l’Ufficiale? Quest’uomo, italiano, una “primula rossa”, sembra interessare molto le Forze Armate e i Servizi argentini.
La via dei topi evoca la storia, poco conosciuta, dell’arrivo in Argentina dalla Germania, subito dopo la guerra, di gerarchi nazisti, scienziati, tecnici, materiali di uso bellico e ingenti capitali. Il mistero ruota attorno alla destinazione finale di questi uomini, alcuni tristemente noti, e al progetto che li anima. Tutto sembra indicare un luogo segreto in Cile, Villa Baviera. La svolta giungerà in seguito a una temeraria spedizione al Monte Innominato, nel profondo sud argentino, a fianco della “via dei contrabbandieri”, che d’estate consente il passaggio tra Argentina e Cile sul Ghiacciaio Continentale.
Gli americani, gli inglesi, gli israeliani, i tedeschi, tutti si chiedono dove si trovino e cosa stiano facendo i cittadini tedeschi giunti a più riprese dall’Europa in Sud America, aiutati dall’organizzazione Odessa, lungo la via dei topi o quella dei monasteri. E che fine abbiano fatto i numerosi contenitori gialli con la scritta 235, sbarcati in Patagonia e inoltrati sulla via dei contrabbandieri verso il Cile. Oggi, anno di grazia 1974, nessuno sembra in grado di rispondere. E il governo argentino non parla, trincerandosi dietro il segreto di Stato.
Emilio Barbarani è nato a Verona nel 1940 e vive a Roma. Laureato in Legge e in Scienze politiche, nel 1967 intraprende la carriera diplomatica. Dopo aver prestato servizio a Madrid e a Buenos Aires, nel 1974, in seguito al colpo di stato militare, viene inviato a Santiago del Cile, dove tornerà come ambasciatore nel 1998. Ha concluso la sua carriera come ambasciatore a Lisbona. Nel 2019 ha ricevuto il Premio speciale internazionale Flaiano di narrativa per il suo libro Chi ha ucciso Lumi Videla? (Mursia).
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