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Elisa Zimarri “Adone” Scienze e Lettere

Elisa Zimarri "Adone" Scienze e Lettere

Elisa Zimarri
“Adone”
illustrazioni di Martina Vanda
Editoriale Scienze e Lettere
www.scienzeelettere.it

Il bellissimo Adone nasce dalla passione incestuosa tra il Re di Siria e la figlia Mirra. Afrodite ispirò l’amore criminale nella figlia per punire la tracotanza della madre che, vantandosi di avere una figlia più bella della dea, l’aveva offesa. Mirra, consumato l’incesto e vergognandosene, fuggì fuori dalla città, lontano da tutti, per uccidersi in un luogo deserto. Zeus ne ebbe pietà e ne causò la metamorfosi trasformandola nell’albero della Mirra. Dopo nove mesi l’albero si aprì e ne uscì Adone. Dalle lacrime della principessa per la sofferenza del parto, nacque la mirra. Afrodite quando vide il neonato lo affidò a Persefone, signora dell’oltretomba perché lo allevasse. La dea dell’Ade se ne innamorò e non volle più restituirlo. Iniziò una contesa e Zeus stabilì che Adone avrebbe vissuto per metà anno con Afrodite, per metà con Persefone. Adone cresce sui monti del Libano e, come un giovane efebo, va a caccia. Afrodite è con lui molto protettiva perché non vuole perdere il suo amore, gli raccomanda sempre di evitare lo scontro con il cinghiale. Ma durante una di queste cacce iniziatiche Adone fu ucciso, secondo alcune varianti del mito, addirittura evirato, da un grosso e violento cinghiale inviato da Artemide o da Ares geloso. Il giovane non è un vero cacciatore, è un efebo bellissimo e non diventa pienamente uomo. Afrodite si precipitò in soccorso dell’amato, ma trovò Adone morente. La dea, correndo in suo aiuto, si ferì il piede con le spine delle bianche rose che diventarono rosse e altre rose nacquero dalle sue lacrime, dal sangue del giovane nacquero invece i fiori rossi degli anemoni. Afrodite in ricordo di Adone istituì le Adonie, celebrate dalle donne siriane ogni anno a primavera. In quell’occasione in vasi e casse venivano piantati semi che s’innaffiavano e mettevano al sole per farli crescere rapidamente. Queste piantagioni erano chiamate “giardini d’Adone”. Le piante così forzate morivano ben presto simboleggiando la morte prematura del giovane, le donne emettevano lamenti rituali piangendone la scomparsa. A Biblo, in Libano, scendendo dalle montagne, scorreva verso il Mediterraneo il fiume Adone, oggi Nahr Ibrahim, le cui acque si tingevano di rosso a primavera ricordando la triste sorte dell’amato da Afrodite e preannunciando il suo prossimo ritorno in terra. Il mito di origine semitica, fortemente legato alla natura, alla ciclicità, alla rinascita generativa della primavera, è testimoniato nella cultura greca già in Esiodo e successivamente fu conosciuto e amato dalla società romana. Persistenze del suo culto e della sua storia, arricchita di varianti, permangono fino alla tarda latinità. La vicenda d’amore e morte, l’espressione della vita estetica, la bellezza della coppia amorosa e la tragicità della fine furono amati come soggetti e riprodotti nell’arte greca e nell’arte romana. Sono così pervenute fino a noi riproduzioni di scene del mito soprattutto nella ceramografia attica, nel mosaico romano, nella pittura pompeiana, negli specchi etruschi e nella suppellettile femminile. (Elisa Zimarri)

Così comincia:
Ciao, sono Adone, un bellissimo giovane dio e voglio farti conoscere la mia vera storia… Oggi sono tornato qui tra queste montagne per rivedere i posti dove sono nato e vissuto felice e dove si è compiuto il mio duro destino…Sento molti rumori, musiche di flauto e voci, soprattutto di donne, sono arrivati da tutti i villaggi della grande vallata, hanno camminato per giorni lungo aspri sentieri per giungere qui e celebrare la mia festa…Io li osservo nascosto nella foresta e mi diverto…

Elisa Zimarri è laureata in lettere antiche con indirizzo archeologico, studiosa di miti nell’arte antica, insegnante di lettere ed esperta di educazione interculturale. Si occupa di integrazione di disabili, di alunni con bisogni educativi speciali e di alunni con DSA; ha collaborato con diverse organizzazioni che offrono servizi educativi e di accoglienza, ha partecipato a progetti dedicati a richiedenti asilo e rifugiati. I suoi interessi di studio riguardano la storia e la storia dell’arte. Ha pubblicato articoli scientifici su letteratura e filosofia e sull’insegnamento della lingua e cultura italiana a stranieri. Il suo incontro con Adone è avvenuto in occasione della redazione della tesi di laurea; l’approfondimento è stato favorito da viaggi di studio in Siria e in Libano sui siti in cui il mito ha avuto origine e persistenza.

La collana Monstra è dedicata agli ibridi della mitologia antica, esseri inesistenti in natura, in parte uomini, in parte animali e in parte qualcosa d’altro. Sono i vulnerati della mitologia, che per loro disgrazia hanno incontrato gli dèi dell’Olimpo e ne sono rimasti menomati. Aracne, Medusa, Sirene, Tifone, Acheloo, Scilla e molti molti altri si presenteranno al giovane lettore e racconteranno in prima persona la loro vicenda con ironia, divertimento e desiderio di riscatto, facendo conoscere le proprie competenze e abilità e con continue incursioni verso altri miti che aiuteranno a creare collegamenti con scenari meglio noti. Questi simpatici ‘vulnerati’ sottoporranno a giudizio i comportamenti e le decisioni degli dèi ‘maggiori’ che con la loro protervia, invidia e irrazionalità hanno determinato per sempre e negativamente le loro esistenze. Ogni monstrum avrà due piani di lettura. Da una parte farà conoscere se stesso, dall’altra tratterà un tema legato alle sue peculiarità: es. Acheloo e il controllo delle acque da parte dell’uomo, Aracne e la produzione tessile, Sibilla e la nostalgia per la madre patria, Scilla e gli amori difficili ecc. Le scenografia e che accompagnano i testi sono rielaborazioni grafiche di immagini antiche (tratte da vasi, pitture, sculture e mosaici) o invenzioni che hanno però alla base il racconto filologico, per cui il lettore avrà sempre la garanzia della correttezza dell’informazione e sarà accompagnato con divertimento su un cammino di fantasia e conoscenza. Buona lettura!

IL POSTO DELLE PAROLE
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Livio Partiti: