SILVANA LA SPINA

Conversazione di Livio Partiti con Silvana La Spina

 

 
 
 
SILVANA LA SPINA
"LA CONTINENTALE"
MONDADORI
 
 
La continentale è una donna del Nord – bella come un'attrice del cinematografo, bionda – il cui promettente futuro si incrina il giorno disgraziato in cui sposa un siciliano. È allora che lascia Padova e si trasferisce in Sicilia, dove vive per tutta la vita coltivando un'avversione profonda per la terra che l'ha accolta e per tutti coloro che la abitano. A rievocare quell'ostilità, che ha la forza, l'assurda, incolmabile energia del pregiudizio, è la figlia, che si muove tra il punto di vista consapevole della scrittrice che oggi è diventata e quello disarmante della bambina che è stata.
Una bambina divisa dunque tra Nord e Sud, tra madre e padre. Ma che, a dispetto di tutti i pregiudizi, vive un'infanzia luminosa, tra cicale ubriache di sole e corse sfrenate, riti arcaici, feste religiose, dissidi tra il sindaco e il parroco degni di Guareschi, giochi in piazza con bambini cenciosi e pidocchiosi, tra cui lei scatena risse e rivalità… perché lei è la figlia della continentale, come a dire una privilegiata. Ma anche un ibrido, un'assurdità, una sorta di mostro.
Silvana La Spina trasporta un tema molto noto e molto sensibile per ogni italiano, il rapporto Nord-Sud, dal terreno dello scontro tra fazioni a quello intimo della famiglia. Una prospettiva inedita che le consente di scrivere una storia drammatica e originalissima, che ha l'immediatezza bruciante di un mémoire e l'architettura sapiente del romanzo. Ne deriva una narrazione scattosa, rapida, paradossale, amara, dolente e divertita. Pazza. Una "corda pazza" pizzicata dalle dita di una scrittrice siciliana capace di guardarsi dal "dentro" più buio e dal "fuori" più distaccato.
Perché, come è noto, molti grandi e giovanili dolori possono rovesciarsi, con il tempo, con il lavoro dell'arte, in un'inguaribile, pietosa ricchezza.
Essere italiani e leggere questo libro può fare male, perché nel radicale antimeridionalismo della continentale non si rivela solo una biografia accecata dall'eccesso, ma una ferita mai cicatrizzata nel tessuto nazionale: l'eterna frattura tra Nord e Sud.
 
 
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Silvana La Spina è nata a Padova da madre veneta e padre siciliano. Ha pubblicato il volume di racconti Scirocco (La Tartaruga 1992, premio Chiara) e i romanzi: Morte a Palermo (La Tartaruga 1987, Baldini Castoldi 1999; premio Mondello), L'ultimo treno da Catania (Bompiani 1992), Quando Marte è in Capricorno (Bompiani 1994), Un inganno dei sensi malizioso (Mondadori 1995), L'amante del paradiso (Mondadori 1997), Penelope (La Tartaruga 1998), La creata Antonia (Mondadori 2001). Sempre per Mondadori sono usciti i tre romanzi dedicati alle indagini del commissario Maria Laura Gangemi: Uno sbirro femmina (2007), La bambina pericolosa (2008) e Un cadavere eccellente (2011).
 
 
 
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