Conversazione di Livio Partiti con Massimo Bubola
LA PAROLA COME TESTIMONIANZA
Il re del folk-rock Massimo Bubola torna a interpretare e rivisitare le canzoni della Grande Guerra con il nuovo album IL TESTAMENTO DEL CAPITANO a distanza di 9 anni dal successo di Quel lungo treno del 2005, proprio nel centesimo anniversario dall’inizio del conflitto mondiale.
Massimo Bubola riprende e riarrangia, caratterizzandoli profondamente col suo sound e la sua poetica grandi brani tradizionali come: Ta pum, Il Testamento del Capitano, Sul ponte di Perati, Monti Scarpazi, Bombardano Cortina, La tradotta e propone anche nuove e intense ballate, che nei testi e nelle sonorità riprendono il tema della Grande Guerra come: Da Caporetto al Piave, L'alba che verrà, Neve su neve, Vita di trincea.
Chiudono il disco le reinterpretazioni di due memorabili brani scritti da Massimo Bubola sul tema della Grande Guerra: Rosso su verde e Noi veniam dalle pianure cantati dal prestigioso coro ANA- Milano, diretto dal maestro Massimo Marchesotti.
Il tutto rivisitato con la sensibilità e l'esperienza di un grande autore, scrittore e musicista, autore di capolavori della canzone italiana e non, come Fiume Sand Creek, Don Raffaè e Il cielo d’Irlanda, solo per citarne alcuni.
“Molti di questi brani li conoscevo fin dalla più tenera età, sono stati il mio primo approccio con la canzone, li cantavo con mio nonno, con mio padre, coi miei zii. Tante volte mi è stato chiesto perché, negli anni, avessi io stesso scritto tante canzoni sulla guerra e in particolare sulla Prima Guerra Mondiale; riflettendo ho capito che mi è rimasto dentro una sorta di imprinting a partire da queste esperienze infantili, da questo primo approccio alla musica popolare. La mia prima canzone connessa con questa tematica fu Andrea, che poi cantò Fabrizio De André. Dopo l’album Quel Lungo Treno, Il Testamento del Capitano è la seconda tappa di un percorso nella musica popolare di area veneta. Ho voluto anche qui unire canzoni tradizionali, che hanno cento anni, con mie canzoni nuove, che hanno un anno di vita, un po’ come in un film che accosta immagini di repertorio e immagini nuove, sotto un’unica regia. Un artificio realizzato anche nei due film sulla Prima Guerra Mondiale: Uomini contro di Rosi e La Grande Guerra di Monicelli.
Queste sono canzoni che ho voluto riportare ad una visione individuale, visto che oramai sono da sempre più un repertorio corale e, contemporaneamente, ho voluto portare alla coralità due mie nuove composizioni Rosso su verde e Noi Veniàm dalle pianure, con l’esecuzione del coro Ana Milano con la direzione del maestro Massimo Marchesotti, per arricchire una letteratura dei canti di montagna e della Guerra, che in Italia è poco visitata – spiega Massimo Bubola – Il Testamento del Capitano è un’altra importante tappa del mio lungo lavoro di rivisitazione e riscoperta delle radici musicali e letterarie del folk di area lombardo-triveneta”.
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