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MARIA LUISA SPAZIANI

In ricordo di Maria Luisa Spaziani

 

Maria Luisa Spaziani nasce in un'agiata famiglia borghese di Torino, dove il padre è proprietario di un'azienda che produce macchinari per l'industria chimica e dolciaria.

Ancora studentessa, a soli diciannove anni, dirige una piccola rivista, prima chiamata «Il Girasole» e poi «Il Dado», il cui redattore capo era Guido Hess Seborga, che la fa conoscere negli ambienti letterari; ottiene e pubblica inediti di grandi nomi nazionali come Umberto Saba, Sandro Penna, Sinisgalli, Pratolini, e internazionali, come Virginia Woolf.

Intanto frequenta l'Università di Torino, facoltà di Lingue, laureandosi con una tesi su Marcel Proust, relatore il francesista Ferdinando Neri. La cultura francese e la Francia con i suoi autori, in seguito sarebbero rimasti una sorta di stella polare nel suo immaginario e nel suo vissuto, con una serie di soggiorni a Parigi a partire 1953, anno del conseguimento di una borsa di studio.

Nel gennaio del 1949 conosce Eugenio Montale durante una conferenza del poeta al teatro Carignano di Torino, e fra i due nasce, dopo un periodo d’assidua frequentazione a Milano, un sodalizio intellettuale caratterizzato anche da un'affettuosa amicizia.[1]

Inizia anche la prima stagione poetica di Maria Luisa Spaziani, che mette insieme un gruppo di liriche e le invia alla Mondadori. Durante il soggiorno francese del 1953 scrive nuovi testi, che vengono aggiunti all'originario disegno della raccolta. La casa editrice Mondadori risponde favorevolmente e pubblica nel 1954 Le acque del Sabato, nella prestigiosa collana Lo Specchio.

Nel 1956 la fabbrica del padre subisce un tracollo economico, che costringe la giovane, di ritorno da un viaggio premio negli Stati Uniti promosso per giovani di talento da Henry Kissinger, a cercare un impiego stabile, come insegnante di francese in un collegio di Torino. Il contatto con studenti adolescenti le fa vivere una stagione di luminosa felicità che traspare nelle poesie più originali della sua prima produzione poetica, Luna lombarda (1959), poi confluite nel volume complessivo Utilità della memoria (1966).

Negli anni 1955 e 1957 Maria Luisa Spaziani ha insegnato lingua e letteratura francese presso il liceo scientifico del collegio Facchetti di Treviglio. A tale periodo e a tali luoghi dedicò la poesia Suite per A. con la quale nel 1958 vinse il Premio Lerici (presidente di giuria Enrico Pea).

Nel 1958 dopo dieci lunghi anni di fidanzamento, testimone di nozze il poeta Alfonso Gatto, sposa Elémire Zolla, studioso della tradizione mistica ed esoterica. Senza più gli slanci amorosi che caratterizzavano i primi anni, il lungo legame con Zolla s'incrina quasi subito finendo nel 1960, anno in cui il matrimonio viene sciolto.

Spaziani viene chiamata ad insegnare all'Università di Messina lingua e letteratura tedesca fino a quando non si libera, nello stesso Ateneo, l’incarico di lingua e letteratura francese e proprio in quegli anni in ambito accademico cura volumi come Pierre de Ronsard fra gli astri della Plèiade (1972) e II teatro francese del Settecento (1974). Fervida e proficua la sua attività di traduttrice dal francese, Pierre de Ronsard, Jean Racine, Gustave Flaubert, P.J. Toulet, André Gide, Marguerite Yourcenar, Marceline Desbordes Valmore, l'ultima, nel 2009, relativa a una raccolta di poesie di Francis Jammes, Clairières dans le ciel, pubblicata da rueBallu edizioni, ma pure dall'inglese e dal tedesco. La statura intellettuale di Maria Luisa Spaziani supera i confini nazionali: nei viaggi in Francia e negli Stati Uniti ha tra l'altro modo di conoscere personalità di rilievo assoluto del Novecento letterario come Ezra Pound, Thomas Eliot, Jean-Paul Sartre.

Buona parte del libro di poesie L'occhio del ciclone (1970) è ispirato dalla sua esperienza vissuta in Sicilia, con i suoi paesaggi e il suo mare, cui fanno seguito raccolte sempre più "diaristiche" e "impure" come Transito con catene (1977) e Geometria del disordine (1981), che si aggiudica il Premio Viareggio per la poesia.

Nel 1979, di Maria Luisa Spaziani, autrice ormai affermata, con introduzione di Luigi Baldacci, viene pubblicata, del suo lavoro poetico, un'antologia (una seconda, ampliata sarebbe poi uscita nel 2000, e una terza seguì nel 2011) negli "Oscar" Mondadori. Presiede infine nel 1982 dopo essere stata nel 1978 fondatrice, per onorare la memoria del poeta, del Centro Internazionale Eugenio Montale, ora Universitas Montaliana, e del Premio Montale.

Coronamento della storia e del percorso poetico dell'autrice è infine rappresentato da Giovanna d'Arco (1990), poema in ottave di endecasillabi senza rima, che corona un lungo interesse dell'autrice per questo personaggio. In quest'opera Spaziani si proponeva di reinventare in una narrazione popolaresca e fabulosa in versi, attraverso il personaggio di Giovanna d'Arco, i suoi oltre cinquant'anni d'ininterrotta e costante attività letteraria, giornalistica e di ricerca. Il poemetto, in un adattamento per frammenti, ha trovato una trasposizione teatrale poetica e visionaria nella regia di Fabrizio Crisafulli (Jeannette, 2002).

Spaziani ha scritto inoltre numerosi articoli apparsi su riviste e quotidiani, saggi critici ed una raccolta di racconti, La freccia (2000). È stata tre volte candidata al Premio Nobel per la letteratura, nel 1990, 1992 e 1997. È stata Presidente onorario del Concorso L'anima del bosco, nato nel 2006 e promosso da Magema Edizioni, è stata inoltre Presidente onorario del Premio Internazionale Torino in Sintesi riguardante il genere aforistico.

Ha vissuto a Roma fino alla morte, avvenuta il 30 giugno 2014 all'età di 91 anni[2].

 

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