IL POSTO DELLE PAROLE
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CONVERSAZIONE
DI
LIVIO PARTITI
CON
MARCO SANTAGATA
"DANTE EGOCENTRICO O PROFETA? CREATIVITA' E SCRITTURA COME MISSIONE"
FESTIVAL DELLA MENTE – 2012
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FESTIVAL DELLA MENTE – 2012
Marco Santagata
Fin da giovane Dante Alighieri si sente una persona diversa e
predestinata: in ciò che ha visto, fatto o detto, si tratti della
nascita di un amore, della morte della donna amata, della sconfitta
politica e dell’esilio, scorge un segno del destino, l’ombra di una
fatalità ineludibile, la traccia di una volontà superiore. Le avventure e
le sventure personali acquistano così il marchio dell’eccezionalità e
della necessità. Un’enorme stima di sé finisce per rovesciare in
positivo le frustrazioni, le insicurezze, il senso di inadeguatezza
sociale che pure egli prova acutamente, fino a sviluppare in lui la
convinzione, più volte proclamata nel poema, di essere un profeta
investito di una missione salvifica per l’umanità. Quel capolavoro
universale che è la Commedia, dunque, non solo è legato a filo
doppio alle vicende biografiche dell’autore, ma si nutre delle sue più
intime e contraddittorie pulsioni psicologiche.
scrittore, critico letterario, docente universitario, è uno dei
maggiori italianisti e studiosi italiani di Dante e Petrarca. Insegna
Letteratura italiana all’Università di Pisa. È autore di numerose
pubblicazioni di storia e critica letteraria, in particolare intorno a
Petrarca (di cui ha commentato il Canzoniere nei Meridiani Mondadori) e a
Dante (di cui dirige l’edizione delle Opere nei Meridiani). Al recente
volume L’io e il mondo. Un’interpretazione di Dante (il Mulino, 2011) si
affianca ora la biografia Dante. Il romanzo della sua vita (Mondadori,
2012). All’attività di critico unisce quella di narratore. Tra i suoi
romanzi: Papà non era comunista (Guanda, 1996), premio Bellonci per
l’inedito 1996; Il copista (Sellerio, 2000); Il Maestro dei santi
pallidi (Guanda, 2003), premio Super Campiello; L’amore in sé (Guanda,
2006), premio Stresa; Voglio una vita come la mia (Guanda, 2008).
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