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LUIGI ZOJA

Conversazione di Livio Partiti con Luigi Zoja

 

LUIGI ZOJA

"UTOPIE MINIMALISTE"

CHIARELETTERE

 

 

Le utopie massimaliste hanno dominato il secolo scorso. Con la promessa di un mondo migliore hanno acceso passioni viscerali seminando violenze peggiori di quelle che volevano combattere. Ma la nostra società senza utopie, minacciata da un fatalismo di massa, rappresenta uno scenario altrettanto preoccupante. In questo libro Luigi Zoja, da sempre interessato alla psicologia degli eventi sociali, mette in scena una trama finora inesplorata dell'utopia, con una straordinaria ricchezza di riferimenti storici, politici ed economici. Le utopie minimaliste occupano uno spazio psicologico prima che politico, non impongono modelli dall'esterno ma propongono un cambiamento interiore che passa, tra l'altro, dal rispetto dell'ambiente in cui viviamo, degli altri come anche degli animali, dei ritmi naturali del corpo e della mente. Un lavoro anzitutto di coscienza (nel doppio senso di consapevolezza e moralità), che può disegnare la strada verso un mondo più desiderabile.

“Siamo pieni di persone intellettualmente capaci che fanno cose stupide: non perché le cose che fanno siano stupide in sé, ma perché non sono state pensate da loro e non rispondono ai loro bisogni. Sono solo ripetizioni di atteggiamenti collettivi.”

 

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LUIGI ZOJA

 

 

Luigi Zoja non ha avuto una traiettoria lineare. Ha terminato gli studi di economia occupandosi di sociologia, che ha a sua volta lasciato rivolgendosi alla psicoanalisi. Si è allontanato dall’impegno politico del 1967 emigrando a Zurigo nel 1968. Ricevuta la formazione analitica al C.G. Jung Institut, ha lavorato per alcuni anni alla Klinik am Zürichberg, poi è tornato a Milano. Dopo esser stato presidente della associazione internazionale degli analisti junghiani e aver insegnato saltuariamente sia in università che allo Jung Institut, si è trasferito a New York. Al ritorno in Italia ha continuato a lavorare come analista, ma dedicandosi di più anche a scrivere. I suoi testi, che hanno mantenuto una discontinuità di temi, nel frattempo sono stati pubblicati in una quindicina di lingue. I libri apparsi in italiano sono: Nascere non basta. Iniziazione e tossicodipendenza, Cortina, Milano 1985 e 2003; Coltivare l’anima, Moretti & Vitali, Bergamo 1999; Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre, Bollati Boringhieri, Torino 2000 (Premi Palmi e Gradiva Award); (a cura di), L’incubo globale. Prospettive junghiane sull’11 settembre, Moretti & Vitali, Bergamo 2002; Storia dell’arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo, Moretti & Vitali, Bergamo 2003; Giustizia e Bellezza, Bollati Boringhieri, Torino 2007; La morte del prossimo, Einaudi, Torino 2009; Contro Ismene. Considerazioni sulla violenza, Bollati Boringhieri, Torino 2009 (Premio Internazionale Arché); Centauri. Mito e violenza maschile, Laterza, Roma-Bari 2010; Al di là delle intenzioni: etica e analisi, Bollati Boringhieri, Torino, 2011 (Gradiva Award per l’edizione americana); Paranoia. La follia che fa la storia, Bollati Boringhieri, Torino 2011; (con S. Argentieri, S. Bolognini, A. Di Ciaccia), In difesa della psicoanalisi, Einaudi, Torino 2013. Questo libro contiene riflessioni economiche, politiche e sociali. È anche un tentativo di esprimere rispetto e riconoscenza per le professioni che non ha praticato.

 

 

 

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Livio Partiti: