ENRICO DE PARIS

Conversazione di Livio Partiti con Enrico De Paris

 

 

 

ENRICO DE PARIS

IN VINO VERITAS

CANTINA GIANNI GAGLIARDO

LA MORRA

 

 

Per Alexandre Dumas “il vino è la parte intellettuale di un pranzo” e produrre vini, in Langa luoghi patrimonio dell’Unesco, è per proprietà transitiva un’attività speciale in cui sapienza, lavoro, rispetto e tensione alla perfezione sono cardini fondanti. È proprio partendo da queste sensibilità, vissute quotidianamente, che la famiglia Gagliardo, noti barolisti, han voluto l’arte in cantina.

L’occasione di concretizzare il desiderio ha preso forma dall’incontro con l’esperto d’arte Ermanno Tedeschi con cui è stata subito una sintonia di intenti e visioni. Un’intensa estate di scambi d’idee ha portato alla realizzazione della mostra In Vino Veritas: la sostenibilità che ispira l’arte, aperta gratuitamente da lunedì 21 settembre sino al 22 novembre (Poderi Gianni Gagliardo, Borgata Serra dei turchi 88, La Morra).

Dieci gli artisti coinvolti dal curatore Tedeschi: Jessica R. Carroll, Pietro D’Angelo, Gianni Depaoli, Enrico T. De Paris, Rafael Lomas, Marina Muñoz Viada, Barbara Nejrotti, Norma Picciotto, Nicole Riefolo e Fabio Soto.

Non si tratta di un sapiente posizionamento estetico di opere, ma di qualcosa di molto più sinergico con il contesto: In Vino Veritas come esplica il sottotitolo "La sostenibilità che ispira l’arte" è un vero progetto creativo in cui gli artisti sono stati chiamati a realizzare opere sul tema dell’ecosostenibilità. Una sfida per certi aspetti inusuale, dato il confronto con una “pratica del fare” agricola, ma indubbiamente stimolate.

"Intendiamo la sostenibilità come un concetto molto ampio. Per noi è certamente la pratica del biologico, ma più in generale il rispetto delle nostre terre, dell'ecosistema che le circonda, delle persone che vi operano. Sono le attività che ci portano a cercare di fare sempre meglio a creare condizioni per cui il vino sia un elemento che eleva la qualità di vita di tutti, non solo di chi lo consuma. In questo sentiamo che l’arte e il lavoro degli artisti ci assomiglia”,sottolinea Gianni Gagliardo.

Oltre venti le opere create e pensate per il microcosmo che le accoglie nei Poderi Gianni Gagliardo a la Morra: la cantina storica, la cantina moderna, il magazzino, la sala degustazione, il ristorantee il cortile con affaccio sulle vigne.

Anche i luoghi hanno avuto un ruolo nel processo creativo e nel concepire l’allestimento della mostra “gli artisti italiani e stranieri hanno percorsi creativi molto diversi e usano strumenti espressivi che spaziano dal video alla fusione, dagli schizzi su carta a interessanti abilità che partono dal cucito come con le opere di Nejrotti, scelta per l’immagine guida della mostra. Sono tutti accomunati da una profonda attenzione per soggetti legati alla natura” racconta Ermanno Tedeschiho pensato a Lomas per le aree esterne data la grande dimensione delle sue opere che necessitano di respiro, mentre Carroll, ad esempio, che ha utilizzato nelle sue creazioni cerchi di botti d’epoca napoleonica, ha spazi in cantina La viticultura green è uno strumento di precisione con un’interazione ad alta valenza che impone scelte diverse nelle diverse aree dello stesso vigneto in cui le piante da semina nei solchi talvolta hanno il compito di cedere, talvolta di prendere, in uno gioco sapiente in cui la chimica vegetale si interseca con gli elementi quali zolfo e rame. Acqua, luce, colore, essenze e odori … informazioni e sensazioni che son state trasferite come input agli artisti e ritornano nella produzione artistica. Una notevole varietà quindi, caratterizza la realizzazione delle opere: come le ampolle da chimico che proteggono un mondo in cui l’uomo di occupa della terra di De Paris, le macchie di una cromia rossa evocante il vino che prendono le forme gioiose di donne e sgambettii di Depaoli, danze e movimenti che connotano alcune delle opere di Carroll con soggetto le api, vero termometro di salute ambientale, soggetti della volta celeste animano video di Riefolonei magazzini. Codice rosso che domina la tela di Soto, perché in fondo il re è sempre il vino. Il riciclo di materiali di lavoro e pubblicazioni dei Poderi Gagliardo sono elevate a patrimonio nell’operadi Munoz, le lune e il fieno entrano negli scatti di Paciotto, mentre la scultura di graffette di D’Angeloassume il profilo di un enologo intento a degustare. E il gustare in fondo è quanto ci si aspetta da un vino, da un’opera d’arte, da un bel paesaggio e dalla vita stessa."

La mostra è aperta gratuitamente tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 18,00
Per informazioni telefonare allo 0173 50 829 o scrivere a gagliardo@gagliardo.it.

 

 

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ENRICO DE PARIS

 

 

 

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