Conversazione di Livio Partiti con Bruno Osimo
BRUNO OSIMO
DISPERATO EROTICO FOX
marcos y marcos
Pessima idea tornare a casa prima del previsto, inaspettati.
Il giovane senegalese aitante che Arturo trova con la moglie inevitabilmente cambia la giornata, e la prospettiva di un matrimonio duraturo.
Così una nuova vita si spalanca.
All'inizio è una via crucis di bicchieri abbandonati nella notte, di alimenti da pagare alla moglie Alberta, fisioterapista in nero, di libri da traslocare a centinaia nei sacchetti della Coop.
Ma appena Arturo prende fiato e alza la testa, incontra il fascino acerbo di Teresa, i suoi primi tentativi di volare; incontra Emma che ha il profumo dell'orto quando piove a primavera, e la stessa capacità di accogliere e nutrire.
In questa terra inesplorata e vasta, Arturo scopre mosse e passi nuovi, celebra il rito antico della danza.
Rimescolando frammenti di un'indimenticabile canzone di Lucio Dalla, impara a rispondere e a domandare, a muoversi come un tutt'uno ma senza pestare i piedi, a guidare e lasciarsi guidare.
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Bruno Osimo è nato a Milano e ha cominciato a orientarsi nella vita quando ha finalmente scoperto che la lingua parlata da sua madre – e spacciata per italiano corrente – era in realtà mammese, o tamponico, una lingua che non descrive la realtà come appare, ma come apparirebbe se non facesse paura. Questa scoperta gli ha spalancato le porte della traduzione, che gradualmente è diventata per lui, da strategia di sopravvivenza, una vera professione. Ora traduce dall'inglese e dal russo, insegna traduzione, pubblica manuali sulla traduzione e studia l'ebraico perché è la lingua dei nonni dei nonni dei suoi nonni.
Bruno Osimo va a correre all'alba ogni mattina, poi si ferma a scrivere al bar Atlantic, ma le affinità con Adàm, precario della vita e dell'amore, e protagonista del suo secondo romanzo, si fermano qui.
Della sua storia privata e deprivata parla a lungo nel Dizionario affettivo della lingua ebraica. In Disperato erotico fox, invece, fa volare la fantasia sull'onda di una danza.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare