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ALBA ANDREINI

Conversazione di Livio Partiti con Alba Andreini

 

 

CARLO CASSOLA

"L'UOMO E IL CANE"

A CURA DI ALBA ANDREINI

INTRODUZIONE DI VINCENZO PARDINI

MONDADORI

 

 

Jack, abbandonato dal padrone, vaga randagio tra le colline toscane in cerca di nuovi affetti. Cassola lo segue nel suo picaresco viaggio fino alla scoperta, nell'epilogo tragico, del male anziché di una cuccia sicura. Con lo sguardo del cane si posa sul mondo quello dello scrittore. Tramite il protagonista – unico, a differenza dei padroni, uno peggiore dell'altro nella replica della crudeltà – è l'umanità stessa, rappresentata in emblema dall'indole domestica di Jack, a interrogare la civiltà sulla propria ferocia. Il racconto del 1977 (premio Bagutta nel '78) è un apologo sul desiderio del cane ma anche dell'uomo, incapaci di vivere l'avventura della libertà, di stare legati a una catena. Con il crisma della favola, Cassola avverte che l'uomo, per debolezza e paura, anela alla sudditanza e preferisce all'indipendenza la servitù. E alla parabola affida un monito: non si deve rischiare di perdere la libertà, bene supremo, per correre dietro a un padrone che può rivelarsi spietato.

 

 

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ALBA ANDREINI

 

 

Carlo Cassola (Roma 1917 – Montecarlo, Lucca, 1987) ha scritto numerosi romanzi e racconti, diventando autore molto amato dal pubblico ed emblema della stagione dei bestseller.
Lontano da correnti e precettistiche letterarie, conserva nella tonalità lirica del suo realismo l'eco degli esordi poetici. Alla scrittura esistenziale alterna, nel dopoguerra e negli anni tardi delle battaglie antimilitariste, quella impegnata. La sua opera più nota è La ragazza di Bube (1960, premio Strega) da cui nel 1963 Luigi Comencini trasse il celebre film omonimo.

 

 

IL POSTO DELLE PAROLE

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Livio Partiti: