Christian Albini
Il male
Risvegliare l’umano in Hannah Arendt e Dietrich Bonhoeffer
Gabrielli Editori
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Il libro affronta il tema del “male” per come è avvertito oggi (violenza diffusa, indifferenza per l’altro, odio legittimato,…) e come conseguenza delle ideologie, degli autoritarismi, dei terrorismi, delle oppressioni, degli imperialismi, delle mafie da cui la società è pervasa. Il “grande male” quindi. E’ un tema smisurato, di cui la stessa Bibbia rende conto presentando molteplici dimensioni e situazioni. Senza avere la pretesa di dire tutto, il testo di Christian Albini sceglie una prospettiva con cui mettere a fuoco il discorso e lo incanali in una direzione. E lo fa a partire da come il male è presentato nella Bibbia per cogliere soprattutto l’atteggiamento del credente che vi resiste. Il cuore del libro è nei capitoli in cui è presentata quella che può essere definita come un’eredità contemporanea della tradizione biblica. Nel 2016 cadono i centodieci anni dalla nascita di due figure chiave del Novecento: Hannah Arendt e Dietrich Bonhoeffer. Per la prima volta si realizza una comparazione tra le due importanti vie di resistenza al male da loro vissute ed elaborate: una è impostata sulla ragione e l’altra sulla fede; in una l’agire nasce dal pensare e nell’altra dall’ascoltare la Parola di Dio. L’urgenza di “risvegliare l’umano” in quest’epoca di grandi sofferenze chiede ancora il loro contributo: per lo sforzo di fiducia nell’umanità della filosofia di Hannah Arendt e per il pensiero critico nei confronti del cristianesimo della teologia di Dietrich Bonhoeffer.
Christian Albini (Crema 1973), insegnante e teologo, è coordinatore del Centro di spiritualità della diocesi di Crema e collaboratore stabile del mensile Jesus. Il significato universale del vangelo per l’esperienza umana e l’incontro tra persone, culture e fedi sono al centro dei testi che pubblica in volumi, riviste e siti internet, tra cui il suo blog Sperare per tutti.
Dal libro: “Hannah Arendt e Dietrich Bonhoeffer condividono la convinzione che rispondere al male significhi valorizzare l’umanità e risvegliare l’umano. La società moderna nasce nel segno del progresso che avrebbe dovuto portare alla civiltà dei lumi e ha realizzato a conquiste irrinunciabili (i diritti dell’uomo, la democrazia, lo sviluppo scientifico, i valori di libertà, uguaglianza e fraternità…), ma ha anche un lato oscuro che è il prodotto delle sue contraddizioni: le ideologie politiche o religiose, l’individualismo, il primato del profitto sulla persona, il consumismo.
Tutte queste patologie moderne soffocano in noi l’umano, anestetizzano le coscienze e ci rendono vulnerabili al fascino del male, che è poi la tentazione illusoria di risolvere le contraddizioni individuando dei colpevoli ed eliminandoli. A questa tentazione si resiste, in noi e fuori di noi, risvegliando l’umano, sviluppandolo. Umani si diventa, non è un dato scontato; poiché si può perdere la propria umanità, adeguandosi alla banalità del male, bisogna farla crescere in sé, umanizzarsi…”
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