C’era una volta noi
Mondadori Electa
Un gruppo di donne avvocati e psicologhe che hanno ascoltato per anni storie di progetti ormai in crisi, alcuni definitivamente conclusi, accogliendo richieste di aiuto dai toni spesso drammatici, sperimentando la difficoltà di dare una risposta risolutiva ed efficace, hanno deciso di condividere le proprie professionalità per offrire una consulenza a tutto tondo alle famiglie in crisi.
Dalle storie narrate in questo libro emerge la positività di un percorso che può confondersi con la mediazione, con la terapia di coppia, ma è altro; è una terza via che ha un denominatore comune con altre esperienze di aiuto alla coppia in crisi e ai loro figli: la necessità di parlarsi, di comunicare, di non erigere muri che poi rischiano di diventare invalicabili.
Affrontare la crisi di coppia con l’assistenza integrata dell’avvocato e dello psicologo aiuta a individuare la strada giusta, chiarendo volta per volta dubbi di natura giuridica e comportamentale.
Sette professioniste, quattro avvocatesse e tre psicologhe, si incontrano in un bar fuori dal tribunale: confrontano le loro vite, quelle dei loro clienti. Decidono che bisogna fare qualcosa, che il diritto di famiglia richiede uno sforzo maggiore del mero lavoro d’ufficio, che lavorare insieme aiuta tutte a lavorare meglio. Nasce così “Noi”, un gruppo di mediazione familiare che ha sviluppato un metodo innovativo per uscire dalle sabbie mobili delle separazioni. Ora Cristina Baraldi, Milena Brunetti, Patrizia Conti, Lucrezia Mollica, Paola Loddo, Laura Maria Pietrasanta e Carmen Poretti hanno scritto un libro – impreziosito dalla prefazione di Simonetta Agnello Hornby – che racconta, sotto forma di piacevoli narrazioni (deliziosa la metafora su Pinocchio), dei casi emblematici con cui le professioniste si sono confrontante e che sono riuscite a risolvere. Perché se è vero che nelle grandi città ormai le separazioni riguardano una famiglia su due, il divorzio non è una guerra: non deve esserci un vincitore e un vinto. Si deve vincere insieme.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare