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Bruno Tognolini “Ciò che non lava l’acqua”

Bruno Tognolini "Ciò che non lava l'acqua", Gallucci Editore

Bruno Tognolini
“Ciò che non lava l’acqua”
Gallucci Editore

Una donna senza nome e senza tempo lava i panni e le vite della gente. Dalle sue mani fluiscono dieci storie legate insieme da un filo di compassione. Conosciamo dolcissimi idioti, ragazze che si tatuano la vita, poeti dell’odio, tane di guarigione, giochi di strada, fantasmi e mostri delle antiche leggende sarde. E tutte le fàule drammatiche e quotidiane con le quali un grande scrittore per ragazzi seduce e cattura il suo pubblico. Anche quando scrive per grandi.

La lavandaia delle storie
Io sono una lavandaia. Lavo i panni qui in paese per la gente che ha abbastanza danaro per pagarmi e non lavarseli da sé. Mia luminosa bottega di lavoro è il lavatoio sul fiume sotto il cielo, coi suoi piani di pietra infissi dagli uomini e levigati dalle donne coi panni di generazioni; mia ombrosa bottega è il lavatoio comunale, con la bella tettoia di ghisa a riccioli e serti, con le vasche uguali affiancate, ogni vasca una donna; mia angusta e diletta bottega è la lavanderia sulla via principale, col suo basso incessante sciacquio e il suo vapore. Io lavo e lavo, io cavo il mio pane dall’acqua, le mani non stanno mai ferme e la bocca, per essere d’aiuto, parla e canta.

E lava lava l’acqua – Bugia fa verità
Ciò che non lava l’acqua neanche il fuoco laverà
E brucia brucia il fuoco – Racconto fa memoria
Ciò che non brucia il fuoco lava l’acqua di una storia

Perché tutte le donne che lavano i panni, come si sa, fanno andare le mani e la bocca: cantano e parlano, spargono dicerie, fatti, calunnie, peccati, segreti e bugie. Ma solo alcune son lavandaie delle storie: quelle che mentre lavano i panni con le mani fino a farli puliti, sanno lavare i fatti con la bocca fino a renderli storie.
C’è chi vende falcetti e sonagliòli, e attrezzi che ai mestieri sono adatti; altri prendono laurea, prendono armi, aprono bar nelle grandi città; alcuni fanno formaggi mischiando caglio e latte, e altri fanno storie cagliando con bugia la verità.
In ogni mestiere si guadagna e si perde, finché l’acqua bagna e l’erba è verde.
In ogni mestiere si perde e si guadagna, e l’erba è verde finché l’acqua bagna.

Bruno Tognolini è nato a Cagliari nel 1951, si è laureato al Dams di Bologna nel 1979, e ora vive un po’ a Bologna, un po’ a Lecce, e un po’ in viaggio per i mille incontri co i lettori. Dopo un decennio di teatro negli Anni Ottanta (drammaturgie con Vacis, Paolini, Baliani), per amore e mestiere è ormai da trent’anni autore “per i bambini e i loro grandi”. Ha scritto poesie, romanzi e racconti, programmi televisivi (4 anni di “Albero Azzurro” e 13 di “Melevisione”), testi teatrali, saggi, canzoni, videogame e altre narrazioni. È premio Andersen 2007 e 2011. Dopo diversi titoli rivolti ai più piccoli, per la prima volta Gallucci pubblica un suo libro destinato agli adulti.

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