X

Barbara Neirotti “Cucire l’Arte”

Barbara Neirotti "Cucire l'Arte"

Barbara Nejrotti
“Cucire l’Arte”

L’ago ha sostituito il pennello nelle mani di Barbara Nejrotti, le sue tele sono in effetti, haute couture, nel senso etimologico del termine: cuciture manuali di perfezione. Quadri inattesi per comprendere i quali, è necessario ripercorrere il processo gestazionale.

La vera ragione, per cui Barbara Nejrotti è arrivata all’arte, forse è un libro, un dono ricevuto da bambina da un prozio un po’ speciale, che trattava di cucito, sartoria ed eleganza. Con ago, filo e stoffe la Nejrotti si è cimentata per anni, per lavoro, come costumista teatrale, per piacere cucendo per sé e la sua famiglia, per svago incominciando a considerarli, un modo per esprimersi.
“Non ho avuto immediata percezione del mio percorso creativo – osserva Barbara Nejrotti – c’è stata un’evoluzione, quasi naturale, che negli ultimi tre anni si è trasformata in un impegno più consapevole di lavoro e ricerca. L’affinamento della tecnica, la sperimentazione sui materiali, l’individuazione dei soggetti: è stata una prova con me stessa per arrivare ad un grado di dettaglio e definizione che mi sembravano impossibili inizialmente. Grazie a ciò ho compreso che ero arrivata a una maturità interiore che mi permetteva di esprimere il mio sentire su una tela.”

Le opere, pezzi unici, esposte per la prima volta nello Spazio Art Garage di Torino, sono l’esito di questo lavoro: sono doppie tele fra le quali, con una tecnica inedita, sono inseriti spessori sagomati in forme che emergono delicatamente dalla superfice come bassorilievi vellutati. A tinte piene, grazie ad interventi cromatici, o puro bianco per far emergere l’essenza.

L’incontro con Ermanno Tedeschi, curatore della mostra, ha influito profondamente, nel definire il codice artistico di Nejrotti: “Mi ha colpito il complesso lavoro, tutto sperimentale, che ha portato Barbara, a realizzare opere poetiche e raffinate. L’arte del cucito alla vista scompare, lasciando a chi osserva la sensazione di trovarsi di fronte a un’evoluzione in chiave rigorista, in realtà è uno stile completamente nuovo, non assimilabile alle correnti del ‘900 contemporaneo.”

Il tema scelto, per la sua prima personale, è l’equilibrio nella natura. Onde o vibrazioni cosmiche tra le quali nuotano piccoli uomini, fili tesi in una dimensione bianca o monocromatica su cui camminano e volteggiano funamboli, luoghi tra il fisico e il metafisico in cui la figura umana pare saltare e rimbalzare. Quasi quinte teatrali in cui si ferma l’istante di un’esecuzione, il momento del giusto assetto, nella perfetta armonia tra contesto ed essere vivente. L’oca che cammina di cui s’intuisce il ritmo nel vuoto-assenza della gamba piegata, la virata danzante nel volo di due colibrì nel bianco.

“Amo le espressioni corporee di grazia, quell’equilibrio che è frutto di uno sforzo atletico da alta preparazione fisica, così come frutto di un gesto semplice come camminare, nella fatica del quotidiano – continua Nejrotti – Ritraggo gli omini che tra alti e bassi trovano una dinamica stabilità. Come accade nella vita reale, nella mia stessa vita. Nelle mie opere, d’altronde riempio i vuoti con dei pieni, creo spessori fisici e concettuali.”
Più concettuali; infatti i soggetti come Puzzle che rappresentano per l’artista la metafora della vita tra frammentarietà e ricomposizione di un’interezza, in una tensione, umanissima, della ricerca del sé.

La personale resterà aperta dal 6 maggio al 20 giugno, dal martedì al sabato in orario pomeridiano dalle ore 16 alle ore 20, per maggiori informazioni o visite private su prenotazione telefono 347 0016755.

www.ermannotedeschi.com

IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it

Livio Partiti: