Il libro un reality tutto italiano che mette in palio un posto di lavoro. I sei concorrenti, disoccupati o quasi, vengono reclutati dopo un’accurata selezione. Provengono da varie parti d’Italia ma hanno in comune la necessità di ricostruirsi un’identità e l’impossibilità di farlo da soli. Le loro vite verranno setacciate dagli autori del programma che vogliono dimostrare che la chiave di ogni riuscita è la bellezza e che la bellezza può essere insegnata. Un mantra scandisce le puntate: – la bellezza è intelligenza – la bellezza è potere – la bellezza è amore – la bellezza è successo. Ma l’Italia sta cambiando e forse non è più vero che è vero solo ciò che si vede.
«Non c’è niente che io guardi che non vedano anche gli occhi tuoi. Mai mi sei stata vicina come adesso che sei morta. Vedi tutto, ascolti tutto, fai tutto quello che faccio io. Non ti ho mai portata con me da nessuna parte. Tu neanche, ma tu non andavi da nessuna parte.»
Una figlia si affida alla scrittura per conservare la memoria della madre. E, per non perderne nulla, racconta tutto: anche il brutto, il terribile, l’osceno.
Scritto in una lingua arroventata e convulsa, in capitoli brevi come fiammate, Gli ultimi occhi di mia madre si inserisce nella tradizione dei romanzi che raccontano l’immedesimazione e il distacco, la differenza e la ripetizione tra madri e figlie e figlie e madri. Ma se ne distingue per violenza e lucidità, e riesce a raggiungere ciò che sta oltre le storie singole, per raccontare il corpo, la morte, la maternità.