Anna Maria Lorusso “Postverità”

Anna Maria Lorusso Anna Maria Lorusso "Postverità" Editori Laterza

Anna Maria Lorusso
“Postverità”
Editori Laterza

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“Sapere e non sapere. Essere cosciente della suprema verità nel mentre che si dicono ben architettate menzogne, condividere contemporaneamente due opinioni che si annullano a vicenda, sapere che esse sono contraddittorie e credere a entrambe…
Anche per capire il significato della parola “bipensiero” bisognava mettere, appunto, in opera il medesimo.”

George Orwell, 1984

Che cosa si intende con il termine ‘postverità’? C’è chi lo utilizza per indicare una modalità di comunicare in cui i fatti oggettivi sono meno rilevanti rispetto alle emozioni e alle convinzioni. Altri lo usano per indicare informazioni volutamente e coscientemente false. Quel che è certo è che parlare di postverità coglie un cambiamento importante propiziato dai media almeno dagli anni ’90. Ormai da molto tempo, infatti, i reality show, i talent, la real tv hanno reso più debole l’idea di realtà e, conseguentemente, di verità. Realtà e finzione si sono intrecciate e spesso confuse, in una logica culturale che premia le emozioni e le identificazioni, non la messa alla prova e le competenze.

Anna Maria Lorusso insegna Semiotica presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna. Da anni si occupa soprattutto di Analisi dell’informazione e logica della cultura. Tra le sue pubblicazioni:La trama del testo (2006); Umberto Eco. Temi, problemi e percorsi semiotici (2008); Semiotica della cultura (2009); Perspectives on Semiotics of Culture (2015). È membro del Centro di Studi interdisciplinare su Memorie e Traumi Culturali dell’Università di Bologna e Presidente dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici.

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