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Aldo Cazzullo “Metti via quel cellulare”

Aldo Cazzullo. Metti via quel cellulare. Mondadori

Aldo Cazzullo
“Metti via quel cellulare”
Un papà. Due figli. Una rivoluzione.
con Rossana e Francesco Maletto Cazzullo
Mondadori Editore

librimondadori.it

Aldo Cazzullo si rivolge ai figli e a tutti i ragazzi: li invita a non confondere la vita virtuale con quella reale, a non bruciarsi davanti ai videogame, a non andare sempre in giro con le cuffiette, a non rinunciare ai libri, al cinema, ai concerti, al teatro; e soprattutto a salvare i rapporti umani con i parenti e i professori, la gioia della conversazione vera e non attraverso le chat e le faccine.

I suoi figli, Francesco e Rossana, rispondono spiegando al padre e a tutti gli adulti il rapporto della loro generazione con il telefonino e la rete: che consente di vivere una vita più ricca, di conoscere persone nuove, di mettere lo studente al centro della scuola, di leggere i classici.

Ne nasce un dialogo serrato sui rischi e sulle opportunità del nostro tempo: la cattiveria online, gli youtuber e l’elogio dell’ignoranza, i cyberbulli, gli idoli del web, i padroni delle anime da Facebook ad Amazon, l’educazione sentimentale affidata a YouPorn, la distruzione dei posti di lavoro e della cultura tradizionale, i nuovi politici da Trump a Grillo, sino all’uomo artificiale; ma anche le possibilità dei social, i nonni che imparano a usare le chat per parlare coi nipoti, la rivolta contro le dittature, la nascita di una gioventù globale unita dalla rete.

così comincia “Metti via quel cellulare”:
“Non è possibile che, quando andiamo in pizzeria, anziché i vostri volti mi veda sempre davanti i vostri cellulari. Non è possibile che, quando entriamo in un albergo, come prima cosa voi due, Francesco e Rossana, chiediate la password del wi-fi.
Non è possibile che ovunque si vada, all’estero o in Liguria dai nonni, voi due vi portiate dietro il vostro piccolo mondo, chiuso nel telefonino. V i ricordate quella gita in Provenza? I campi di lavanda in fiore erano bellissimi; ma voi non li guardavate; eravate sempre chini sui cellulari. Vi ricordate domenica scorsa a casa dei nonni? Eravate assenti, distanti, tutti presi dallo smartphone. Ed è un peccato, perché l’amore a cerchio di vita tra i nonni e i nipoti è meraviglioso.
Si vive con lo specchio in mano. Siete una generazione con lo sguardo basso; e l’immagine riflessa su cui siete chini è sempre la vostra.
Non ve lo dico come polemica, ma con infinito amore e un po’ di preoccupazione, perché vedo in voi i primi sintomi della malattia che ha già contagiato per primi noi adulti: il narcisismo di massa. Spero che ormai vi sia chiaro: il cellulare in realtà è uno specchio. Fateci caso: le donne non girano più con lo specchietto nella borsa, per controllare il sorriso e il trucco; hanno il cellulare, con la fotocamera incorporata. Ma non è solo quello. Narciso almeno doveva andare al fiume per rinnamorarsi ogni volta di se stesso. Voi, ma dovrei dire noi, abbiamo sempre il cellulare a portata di mano. Non riusciamo a stare senza per cinque minuti. E lo usiamo per far sapere agli altri quello che facciamo, pensiamo, mangiamo, beviamo, sogniamo. Ma in realtà stiamo parlando da soli. Perché agli altri di noi non importa nulla. In rete tutti chiacchierano, molti gridano, qualcuno insulta, minaccia, calunnia; e nessuno ascolta. Alla disperata ricerca di attenzione e aiuto, tanti ragazzi affidano a YouTube e ai social le loro cose più intime, talora vergognose, come naufraghi che infilano il messaggio nella bottiglia e la affidano alle onde dell’oceano, fiduciosi che la portino nelle mani di un soccorritore; che però non c’è. Sapete quali sono le occupazioni a cui in media si dedica più tempo online? Il porno e i videogiochi.”

Aldo Cazzullo è inviato e editorialista del «Corriere della Sera», dove cura la pagina delle Lettere. Ha scritto più di dieci saggi sulla storia e l’identità italiana. Il penultimo, Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza, è dedicato al figlio Francesco. L’ultimo, Le donne erediteranno la terra, è dedicato alla figlia Rossana.

Rossana Maletto Cazzullo frequenta l’ultimo anno del liceo classico Tasso di Roma.

Francesco Maletto Cazzullo frequenta il secondo anno di Scienze politiche all’università Luiss di Roma.

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