Adriano Favole
“Dialoghi sull’Uomo”
dal 26 al 28 maggio 2017
www.dialoghisulluomo.it
“La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi”.
Dialoghi: fra relatori, fra discipline diverse, fra relatori e pubblico, perché l’importante è dialogare, per meglio capire, conoscere e confrontarsi.
E’ questo il punto di partenza di Pistoia – Dialoghi sull’uomo, ideato e diretto da Giulia Cogoli, animato da otto anni da un impegno culturale e civile e dalla volontà di coinvolgere il più vasto pubblico possibile durante tre giorni di incontri, lezioni, spettacoli e letture nel centro storico di Pistoia.
Un festival di approfondimento culturale dedicato all’antropologia del contemporaneo, che vuole offrire a chi partecipa nuovi sguardi
sulle società umane, ponendo a confronto esperti di diversi ambiti in un colloquio che attraversi i confini disciplinari e proponga letture inedite
del mondo che ci circonda.
I Dialoghi offrono un modo nuovo di fare approfondimento culturale, sia per il taglio antropologico, che per primi hanno adottato, sia per
la produzione di contenuti culturali. L’impegno costante consiste infatti nell’offrire al pubblico conferenze, spettacoli, incontri inediti, per questo
motivo, negli anni, al festival si sono affiancate una serie di iniziative: una collana di volumi editi da UTET, un vasto archivio di registrazioni
audio e video, un progetto scolastico che ha raggiunto circa 15.000 giovani, e una serie di grandi mostre fotografiche.
Dopo il successo della scorsa edizione, con oltre 20.000 presenze, si terrà a Pistoia l’ottava edizione di Dialoghi sull’uomo, che avrà come filo conduttore “La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi”.
La tematica proposta quest’anno richiama la nomina per il 2017 di Pistoia capitale italiana della cultura, una responsabilità che i Dialoghi affronteranno con un ricco programma di incontri, con ospiti internazionali.
Ascolta “Adriano Favole "Dialoghi sull'Uomo"” su Spreaker.
Adriano Favole è Vice Direttore per la Ricerca presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società e insegna Antropologia culturale e Cultura e potere all’Università di Torino. Ha insegnato presso le Università di Milano, Genova e Bologna e in Nuova Caledonia. Ha viaggiato e compiuto ricerche a Futuna (Polinesia occidentale), in Nuova Caledonia, a Vanuatu, in Australia e a La Rèunion (Oceano indiano). I suoi ambiti di ricerca principali sono l’antropologia politica, l’antropologia del corpo e l’antropologia del patrimonio. Collabora con La lettura del Corriere della Sera. È autore di: La palma del potere (Il Segnalibro, 2000); Isole nella corrente (La ricerca folklorica, Grafo, 2007); Resti di umanità. Vita sociale del corpo dopo la morte (2003); Oceania. Isole di creatività culturale (2010), La bussola dell’antropologo (2015) per Editori Laterza.
Adriano Favole
Sui limiti della cultura
sabato 27 maggio 2017 17.30
Sala Maggiore Palazzo Comunale 2
Evento bis. Domenica 28.05 ore 17.00.
Sala Maggiore Palazzo Comunale
Gli esseri umani sono plasmati dalle culture di cui sono parte. La cultura si è rivelata nella storia dell’uomo uno straordinario strumento di evoluzione, ma quali sono i suoi limiti? Fino a che punto è consentito all’essere umano di trasformare la biologia e più in generale l’ambiente in cui è immerso? Già il mito di Prometeo metteva in guardia sui rischi della hybris, dell’“arroganza” delle tecniche, un tema oggi di straordinaria attualità nel campo, per esempio, delle tecnologie genetiche. Quali sono oggi le riflessioni sul limite nella nostra e nelle altre società? Il concetto di “antropocene”, su cui dialogano gli scienziati e gli studiosi del versante umanistico, mette l’accento proprio sul fatto che i poteri poietici della cultura umana sono così forti (e pericolosi) da intervenire sulle “leggi” che regolano la vita del nostro pianeta, al punto da trasformare il suo clima. È tempo di porre un freno alla capacità dell’uomo di plasmare il mondo?
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
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